Un viaggio a due voci: il nunzio apostolico Andrea Santacroce e il suo segretario Giovan Battista Fagiuoli nella Polonia del Seicento.
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Delle missioni diplomatiche di età moderna rimangono documenti che raccontano lo stesso viaggio da prospettive diverse, ma la lettura comparativa di questi testi non ha ancora riscontrato un adeguato interesse. L’articolo analizza due diari di viaggio in Polonia del nunzio apostolico Andrea Santacroce e del suo segretario Giovan Battista Fagiuoli, con particolare attenzione sulle prime impressioni della missione. Ambedue i testi, inediti in Italia e trascurati dalla critica, sono incorporati in memorie autobiografiche che mettono in primo piano la figura del narratore-viaggiatore. Gli stessi avvenimenti vi si presentano in ottiche diverse: quella di un romano e di un fiorentino, di un ecclesiastico e di un laico, di un inviato della Santa Sede e di un poeta satirico. L’articolo vuole mostrare la relatività dei punti di vista nella scrittura autobiografico-odeporica italiana di fine Seicento, fornendo così un nuovo contributo alle ricerche sulla letteratura di viaggio e alla storia del genere autobiografico.
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1748-6181